SE SEI SINGLE UN MOTIVO C’E’

Certo che c’è il motivo, e alla classica battuta, “si lo sono ma per scelta degli altri” facciamoci pure la risata, ma non è proprio una battuta, poiché spesso i nostri scheletri nell’armadio, la nostra educazione e purtroppo anche i traumi, rendono incapaci di relazionarsi nel modo corretto per avere una vita di coppia.

Vi voglio raccontare questa storia per farvi capire che molti di voi possono trovarsi in questa situazione, farvi capire perché vi si trovano e soprattutto come uscirne.

Qualche mese fase mi contatta Matteo (nome di fantasia per privacy) per prendere un appuntamento e già al telefono lo sento titubante.

La settimana successiva lo ricevo, arriva e mi trovo davanti un uomo di poco più di 40 anni in una situazione mista tra disagio e timidezza, incrocio lo sguardo, occhi puliti, onesti e velati di tristezza.

Lo faccio accomodare e gli chiedo se possiamo darci del tu, acconsente.

Lo vedo rigido, quindi faccio tutto quello che posso per metterlo a suo agio.

Onestamente sono un po’ in difficoltà mi guarda come se volesse travolgermi di parole, del suo malessere, del suo turbamento, ma le parole non escono, so che usciranno, ma cambiamo strategia.

Quindi decido per un altro approcio: “cosa fai di bello nella vita Matteo?”

S’illumina sono un medico, mi dice, e da qui inizia a raccontarmi la sua specializzazione dove lavora, quanto e come lo impegna il lavoro, soddisfazioni qualche piccola frustrazione, ma l’argomento gli piace, ora è tranquillo e lo si vede anche dalla sua postura.

Inizialmente seduto sulla poltroncina, trepidante con le braccia conserte, come stesse sostenendo un esame all’università, ora invece si è rilassato le braccia appoggiate alla sedia e lui è decisamente più “scomposto”, il che mi fa capire che stiamo entrando un po’ in empatia.

Prendo in mano la conversazione e dico: “senti Matteo, ma con questa vita frenetica ed impegnata, la fidanzata non dice nulla?”

Mi guarda si stringe le mani penso ora se le rompe, gli occhi tornano tristi, e mi dice è proprio questo il punto, non ce l’ho e non riesco a capire perché non riesco ad averla.

Il tempo è scaduto ci dobbiamo vedere la settimana prossima.

Vi riassumo un po’ cosa è successo e cosa sta succedendo nella vita di Matteo.

Della sua ultima relazione non ne parla volentieri, mi dipinge lei come un carattere ingestibile, con cui però ha ancora contatti e rapporti, una sorta di cordone ombelicale che nessuno dei due vuole tagliare; sembra che la loro storia si sia spenta per obiettivi diversi e perché lei con costanza gli rinfaccia di non essere stato presente e avendo avuto obiettivi diversi, la coppia non ha retto.

Mi faccio l’idea che qualcosa di intimo, e non mi riferisco al sesso li unisca ancora.

Il sesso tra loro andava bene, descrittomi come travolgente e coinvolgente.

Chiedo poi delle relazioni precedenti, mi vengono descritte come “superficiali” poco impegnative, attenzione lui non è il classico “uomo stronzo” ma non sa andare oltre non sa cos’è la vita e di coppia e come funziona.

La cosa mi lascia perplessa, per cui spontaneamente chiedo: “ma tu non hai mai desiderato la cosidetta storia seria, matrimonio e bambini?”

Non che sia un obbligo per carità, volevo solo capire.

Mi guarda e mi dice: “certo che si ma ora è tardi e poi io non sarò mai come gli altri”.

Certo che non sei come gli altri ognuno di noi è unico e menomale, e poi che significa è troppo tardi?

Capisco velocemente che questa è solo la punta dell’iceberg, che c’è tanto altro sotto, che tutto questo è solo la conseguenza di un passato che ancora non conosco.

Non lo reputo incapace di amare, ma è come fosse spaventato, avete presente quando un animale viene ripetutamente maltrattato, quando trova la famiglia che lo ama incondizionatamente, si occupa di lui e non gli fa mancare niente, è comunque diffidente, ha PAURA.

Per lui è uguale, maltrattato a lungo e su più fronti ha difficoltà a rapportarsi con le donne, per costruire un rapporto intendo.

Ed ecco il nocciolo del problema: LA FAMIGLIA!

Faccio un po’ di domande volutamente generiche ma ben mirate per capire com’erano e come sono i rapporti ed i meccanismi.

Le sue reazioni passano dalla rabbia alle lacrime, capisco che il lavoro da fare è lungo, ma lui è uno tosto e se è seduto li davanti a me, vuole uscirne, non importa quanto ci vorrà non importa se farà male, ma in qualche modo ne uscirà.

E’ ancora in terapia da me, tra conversazioni libere e guidate ed esercizi di vario genere, i progressi ed i miglioramenti si vedono, a piccoli passi, è come un bimbo piccolo a cui insegni a camminare cade ma si rialza, l’obiettivo è imparare a stare in piedi.

Ve l’ho fatta breve ma i concetti sono chiari; la famiglia molto spesso ha un ruolo determinante e a volte infausto nella nostra vita; i traumi ed i condizionamenti che riceviamo da bambini ci influenzano e talvolta ” rovinano la vita” , l’importante è diventare consapevoli anche se è doloroso, ed il percorso per uscirne esiste.

Non è facile, anzi, ma non è impossibile.

Il mio obiettivo con lui è portarlo ad avere la consapevolezza di sé e di quello che può dare, poi il resto verrà da se.

Vi terrò aggiornati sui suoi progressi.