SE PER CASO LA DESIDERO, EVENTO ORMAI RARO, IL TUTTO DURO ANCHE POCO

Ti insegno come liberarti da tutte le cose superflue che non ti fanno vivere in armonia con te stesso

Qualche tempo fa ricevo una telefonata di un signore che tutto preoccupato mi dice che ha bisogno urgente di fissare un appuntamento perché ha un problema gravissimo; sentendo il suo tono onestamente mi sono un po’ preoccupata, ho preso l’appuntamento e gli ho detto che se poteva andare bene, l’avrei ricevuto il giorno dopo nel pomeriggio.

“No”, mi dice, “lei non capisce è grave, se venissi alle 8 prima di andare al lavoro?”

Acconsento, non faccio nessuna domanda in merito al problema, non mi pareva il caso, di solito qualcosa al telefono chiedo ma solo per avere chiaro di che genere di problema si tratta, ma in questo caso, visto il suo stato emotivo, ho deciso di lasciar correre, avrei aspettato il giorno dopo.

Durante la sera ci ho pensato un po’, non mi capita così spesso di ricevere una telefonata tanto preoccupata e angosciata, finalmente domani mattina avrei capito cosa fosse successo di così grave.

Alle otto meno dieci suona il campanello: “si buongiorno avevo un appuntamento alle 8”

Gli apro e lo attendo sulla porta dello studio, arriva con il fiatone quasi avesse fatto le scale di corsa.

Dico: piacere sono Sara, venga si accomodi, quasi mi travolge per entrare, passa veloce come una lepre per la sala d’attesa, va diritto a sedersi in studio e mi aspetta trepidante, in punta della sedia, quasi volesse scappare come un animale impaurito.

Sono davvero curiosa a questo punto e quasi non l’ho visto in faccia, ma percepisco bene la sua ansia.

Mi siedo di fronte a lui, vorrei chiedergli se vuole un caffè un the una tisana, vorrei metterlo a suo agio, lasciare che si tranquillizzi e poi passare al problema, ma non ne ho il tempo, mi dice: “non ho più voglia, e le rare volte che mi viene, duro due minuti, mi sento uno schifo, così sto di merda”.

Ha lo sguardo come fosse l’essere più immondo sulla faccia della terra.

Mi spiazza, devo capire come procedere, sto per aprire la bocca e lui prontamente: “mi scusi, piacere sono Mario (per questioni di privacy il nome è inventato), ce l’avrebbe un caffè?”

Bravo Mario mi hai tolta dall’imbarazzo anticipando le mie domande, gli sorrido,” piacere mio Mario, vado a farle il caffè” finalmente si mette comodo sulla sedia, si leva il giubbotto e mi fa un sorriso.

Dopo il caffè si è rilassato, decidiamo di darci del tu, prima di fargli qualche domanda cerco di capire se ha voglia di parlare un po’ o se si limiterà a rispondere alle mie domande.

Allora Mario, dimmi, cosa ti porta qui da me?

Il fatto che la mia vita è diventata uno schifo, tutto pesante, niente soddisfazioni, solo pensieri e rogne da gestire, ho una moglie e una bimba che adora la moglie la vedo poco durante il giorno lavoro e quando torno la sera, stanco e spesso con pensieri e le palle girate, l’unica cosa che mi sento dire è: metti qualcosa in microonde, oppure ordina la pizza , la bambina ha già mangiato, io esco a dopo.

Il dialogo si è ridotto a zero, ognuno fa la propria vita e quando usciamo la domenica con la bambina sembriamo degli estranei.

A livello sessuale non la cerco più, non ne ho voglio, anche se lei è bellissima come quando l’ho sposata, ma non ci riesco e se proprio mi sforzo per accontentarla, sembra che nemmeno a lei vada, e in pochissimi minuti ho l’orgasmo, quindi tutto si riduce a 10/15 minuti una volta al mese.

Io cos’ non posso vivere, il medico mi ha prescritto il viagra, che per carità fisicamente ha fatto il suo dovere, ma io non c’ero, non ero nè preso nè coinvolto e nemmeno mia moglie, se continuo così la perdo e si troverà un altro.

Dopo questo fiume in piena, Mario si è liberato dell’angoscia che lo schiacciava, ma per essere in grado di capire bene la situazione e per avere un quadro completo, gli faccio un po’ di domande, dove Mario, oltre a rispondermi, integra dandomi altri dettagli e altre informazioni.

Il quadro comincia ad essere chiaro, Mario pensa troppo e agisce poco, si fa mille pensieri e paranoie, che non condivide con la moglie, si fa le domande e si da le risposte, ma non le chiede a lei, perché tanto è inutile, pensa lui.

Alla seduta successiva Mario mi dice che dopo aver “tirato fuori tutto” si sente meglio, ma ovviamente le cose con la moglie non sono migliorate e non gli ha detto che viene da me, perché chissà poi cosa pensa.

E cosa dovrebbe pensare? Mi chiedo io.

Lo incoraggio come primo passo a dire alla moglie chi sono cosa faccio e perché si è rivolto a me, mi pare dubbioso e titubante, gli dico che probabilmente

La reazione della moglie, da quello che mi dice lui, lo sorprenderà.

Lui mi ha parlato della moglie, come di una persona che nel corso degli anni si è spenta dal punto di vista emotivo, è triste e parla poco, si è vero esce con le amiche, ma non lo considero un campanello d’allarme.

Quando si sposarono, l’attività di Mario era agli inizi (è un artigiano) ma promette bene e con impegno e dedizione la fa decollare; lavora anche Marisa (nome inventato per questioni di privacy) tutto va bene, lei resta incinta e con l’arrivo della bambina, visto che il lavoro di Mario va molto bene, decino di comune accordo, che Marisa si licenzi e si dedichi alla casa e alla bambina.

Ma non è così semplice, Marisa si trova catapultata in una nuova realtà, senza più un lavoro, con una bimba piccola, esce poco di casa, e passa le giornate, tra faccende domestiche, pannolini e biberon.

Mario, come tanti, risente della crisi, decide di cambiare qualcosa nell’attività perché possa stare in piedi (visto che ora lavora solo lui) e si divide dal socio.

Ti racconto tutto questo, che è una situazione abbastanza comune, perché capisci cosa è successo realmente e dov’è il problema:

MARIO: sempre più assorbito dal lavoro e dai pensieri, sempre più assente sia fisicamente, perché passa mediamente 12/13 ore fuori casa ed anche mentalmente, nel senso che parla poco con Marisa, se non per buttarle addosso sempre i suoi problemi e le sue frustrazioni.

E questo non sarebbe sbagliato, è normale in coppia dividere anche i problemi e le difficoltà, l’unico errore che ha fatto Mario è aver creato un monologo e non aver chiesto alla moglie cosa pensasse della situazione o cosa si sarebbe potuto fare, insomma se lui si fosse confrontato e consigliato con lei.

Pensa che lei non possa capire, e che le sue giornate, tra spesa, pulire il bagno, pannolini e biberon, siano fantastiche e senza problemi, ed il PROBLEMA è proprio questo.

MARISA: è da sola tutto il giorno, si annoia, non ha più i ritmi di prima, e per quanto ami la sua bimba, manca qualcosa, quando rientra Mario ha poca voglia di parlare, lo vede triste, preoccupato e musone, vorrebbe rasserenarlo parlando della sua giornata; ma come fa? Non le piace niente, non va bene niente delle sue giornate e non ne parla a lui perché “ha già un mucchio di pensieri”.

Risultato: vivono sotto lo stesso tetto e iniziano ad ignorarsi ognuno chiuso nel proprio mondo e nei propri pensieri, stanno diventando sotto tutti i punti di vista due estranei.

E ti credo che il sesso va male, mi stupirei del contrario; certo che non hai voglia e che duri poco, non ci sei, nel senso che hai talmente la testa piena di pensieri e preoccupazioni che ti dimentichi di avere una moglie e una famiglia.

Spiego tutto questo a Mario, che stranamente, non ha alcun tipo di reazione, mi guarda e mi dice: “ok, ci vediamo la prossima volta”.

Non capisco se tornerà, ma di una cosa sono certa, ho fatto centro. Mi ascoltava , non ha chiesto niente ne ha replicato, continuava a guardarmi, un misto tra sorpreso e triste, almeno spero che pensi a quello che gli ho detto.

Qualche giorno dopo Mario mi chiama e mi dice: “Sara ieri sera sono andato a mangiare la pizza con Marisa, la bimba l’abbiamo lasciata ai nonni e le ho detto tutto di noi”.

Ovviamente capisco bene cosa intende e so che per lui è stato uno sforzo, e un buon traguardo, ma per ridere e sdrammatizzare dico: ”attento Mario che se qualcuno sente, fraintende tutto”.

Ride anche lui e mi dice che non vede l’ora di ritornare e raccontarmi tutto.

Suona il campanello, e con voce squillante: “Sara sono Mario”, mi fa piacere sentirlo di buon umore, sale e mi dice: “lei è Marisa, volevo che ti conoscesse e poi magari aiuti anche lei, io torno tra un’ora”.

Sono spiazzata e anche contenta, faccio accomodare Marisa e parliamo a lungo, insomma per fartela breve, sono venuti a fare le sedute entrambi, ognuno con il proprio programma perché ognuno aveva i propri limiti e blocchi da superare e poi hanno fatto, sempre con me, un percorso di coppia.

Percorso che li ha coinvolti sia a livello individuale che come coppia, un lavoro che ha messo a nudo le loro paure, insicurezze e problemi, dove entrambi si sono messi in discussione ed hanno lavorato per migliorarsi.

Ora stanno bene, certo sempre con qualche pensiero ma quello è normale, hanno il tempo da dedicarsi e la vita sessuale va alla grande altro che non avere voglia, hanno riscoperto un’intimità diversa ed un nuovo piacere nella vita intima.

Adesso penserete si bella storia, con il lieto fine e? Cosa c’è da capire? Che l’amore vince su tutto?

Assolutamente no, l’impegno e un percorso individuale e di coppia sono le giuste chiavi.

Vi spiego brevemente perché Mario stava così, anche Marisa stava male, ma ve ne parlo in un altro articolo in modo più approfondito.

Mario era arrivato ad un punto della sua vita di profonda insoddisfazione e monotonia, sia per problemi di lavoro sia perché dava per scontate tante situazioni.

Ad esempio, quando Marisa usciva con le amiche, ci ha messo quasi un anno a realizzare che forse qualcosa non andava, non che ci sia qualcosa di male nel vedere le amiche, ma se accade sempre forse è indice che qualcosa non va, forse Marisa aveva bisogno di altro.

Ma perché lui non aveva più voglia di fare sesso e se per caso gli veniva questo desiderio durava pochissimo?

La sua mente era troppo ingombra di pensieri e problemi e pur capendolo non era in grado di uscire da questa situazione, anzi a momenti è anche peggiorata con attacchi di ansia e di panico; questo succede perché il corpo è esausto ed è come se ti dicesse: “Mario, mi hai rotto, ti occupi o no di me? Mi ascolti si o no?”

E’ facile da capire che c’è qualcosa che non va, ma non è altrettanto facile capire come uscirne, può essere un percorso più o meno lungo, più o meno fatico, che non si è in grado di fare da soli, serve l’aiuto di un professionista.

La vita sessuale di Mario, prima di questo periodo di crisi andava benissimo, sia in quantità che in qualità, ma quando sono arrivati i problemi, nella mente di Mario pensare al sesso, era assurdo, superfluo,” con tutti i problemi che ho, figurati se no ho voglia”.

E’ questo il punto pensalo un giorno, due, tre quattro il cervello registra quel messaggio, registra il fatto di non farlo perché “non è il caso”, ho altro a cui pensare.

Io invece ti dico che invece è uno dei momenti migliori, non solo a livello fisico per le sostanze che rilascia il cervello che fanno stare bene, perché quello è un momento passeggero, ma perché attraverso il sesso c’è la piena consapevolezza di se stessi, il sentire ogni minima emozione, il sentirsi vivi e presenti, godendo di ogni piccola cosa.

Lasciando libere le energie, la mente si calma, si svuota ed inizia a sentire un gran beneficio, per farti un esempio se prima la tua mente è una tangenziale ad alto scorrimento nell’ora di punta, poi diventa una strada di sassi di campagna, dove senti il rumore del vento e il canto degli uccellini.

Questo non succede solo alla mente ma a tutto il corpo, finalmente mente e corpo comunicano e ritrovano armonia e serenità ed ecco che se tutto è armonico, non duri poco, duri quello che devi durare, quello che chiede il momento, duri in base alle esigenze ed ai bisogni tuoi e della tua compagna.

Sembra facile detto così c’è bisogno di lavorarci per arrivarci e te lo dico subito se ci provi da solo la probabilità che tu ci riesca è nulla, quindi ti fai aiutare o preferisci non avere voglia e durare due minuti?

Se non corri ai ripari butti nel gabinetto la tua vita coppia.